il "nucleo" in progress...
Paolo Andreozzi Marina Antonucci Sonia Brogi Roberta Capponi Francesca Colantonio Fabrizio Bibi Cattaruzza Francesco Tato Collu Michela Cesaretti Salvi Annalisa D'Andrea Filippo Da Soller Domenico D'Orazio Donatella Doricchi Francesca Ferrarese Della Rovere Monica Gasparinetti Ferruccio Gibellini Stefano Gori Alessio Imperiali Daniele Lipera Daniele Longo Nicola Lugeri Giulia Maccauro Elena Maginzali Valentina Manusia Davide Molella Carmine Monaco Marco Moreschi Valentina Patacchiola Andrea Raponi Giovanna Rinaldi Luigi Selmi Margherita Meg Valori Cristina Vannucci Moreno Vivaldi Isabella&Michele
età tra i 20 e i 65, dipendenti, partite IVA, studenti o pensionati, pubblico o privato (o precario), qualche iscritto a sinistra, qualcuno a un buon sindacato, madri e padri o figli (a vita), esperienze individuali o condivise di impegno politico, sociale, solidale e culturale, antifascismo e antirazzismo senza se e senza ma, ambientalismo, femminismo e pacifismo (concreti), amore per la Costituzione, per la democrazia sostanziale, per la dignità, l'equità, la libertà
Paolo Andreozzi Marina Antonucci Sonia Brogi Roberta Capponi Francesca Colantonio Fabrizio Bibi Cattaruzza Francesco Tato Collu Michela Cesaretti Salvi Annalisa D'Andrea Filippo Da Soller Domenico D'Orazio Donatella Doricchi Francesca Ferrarese Della Rovere Monica Gasparinetti Ferruccio Gibellini Stefano Gori Alessio Imperiali Daniele Lipera Daniele Longo Nicola Lugeri Giulia Maccauro Elena Maginzali Valentina Manusia Davide Molella Carmine Monaco Marco Moreschi Valentina Patacchiola Andrea Raponi Giovanna Rinaldi Luigi Selmi Margherita Meg Valori Cristina Vannucci Moreno Vivaldi Isabella&Michele
età tra i 20 e i 65, dipendenti, partite IVA, studenti o pensionati, pubblico o privato (o precario), qualche iscritto a sinistra, qualcuno a un buon sindacato, madri e padri o figli (a vita), esperienze individuali o condivise di impegno politico, sociale, solidale e culturale, antifascismo e antirazzismo senza se e senza ma, ambientalismo, femminismo e pacifismo (concreti), amore per la Costituzione, per la democrazia sostanziale, per la dignità, l'equità, la libertà
CHE FARE?
(proverbialmente)
luglio 2020
Noi diciamo semplicemente: uscire vivi dalla tempesta perfetta! La tempesta fatta dei tre uragani epocali che si sono abbattuti (si stanno abbattendo) sulle nostre esistenze e le nostre società negli ultimi anni: la Crisi Economica, l'Emergenza Climatica e adesso la Pandemia.
Uscirne sani e salvi. In quell'accezione, però, di salute e di salvezza che sia coerente coi nostri valori; cioè salute e salvezza intese non egoisticamente, né a livello individuale né a quello di collettività. Per quel tipo di salute tutta e solo del singolo, infatti, non servono i nostri valori: basta il "si salvi chi può" che è l'istinto feroce del neoliberismo dominante; e per quell'altro, il "pensiamo solo a noi, e tanto peggio per gli altri", basta lasciar mano libera alla destra vecchia e nuova (in Italia e dappertutto), che appunto con la divisione brutale e strumentale tra "noi" e "loro" cerca di dare risposte facili e sbagliate (e muri e porti chiusi) alla giusta preoccupazione della gente.
Anche noi siamo preoccupati, e molto, come tutti e tutte. Preoccupati per un evento, la diffusione del virus, come le società sviluppate non ne vedevano da oltre mezzo secolo; preoccupati per il riscaldamento globale, che viene denunciato da anni ma solo oggi (e solo in parte) i popoli e le istituzioni hanno focalizzato come rischio enorme per la sopravvivenza stessa; e preoccupati del fatto che l'onda lunga della crisi economica e finanziaria del 2008 e seguenti, che aveva già flagellato le condizioni materiali della maggior parte della gente e aveva incattivito l'opinione pubblica e il senso comune (così si spiega il successo di tante proposte politiche reazionarie, aberranti, disumane), non è stata mai davvero superata e ora si somma alle altre due urgenze globali (e locali insieme) con effetti possibilmente devastanti.
Come reagisce il sistema alla tempesta perfetta? Nella migliore delle ipotesi, con uno slittamento ancora più a destra del sentire diffuso e quindi delle istituzioni politiche: sovranismi, autarchie, razzismo verso stranieri e minoranze, restrizioni di libertà e di diritti per tutti e tutte (giustificate da "cause di forza maggiore"), scivolamento nella povertà di strati interi del popolo. E nella peggiore, con la guerra vera e propria!
Come non esser preoccupati? Ma non solo su scala planetaria (che può sembrar lontana, e non lo è); parliamo anche del cortile di casa nostra: in Italia il crollo a due cifre del PIL, la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e la chiusura di migliaia di attività piccole o grandi, di chi fanno il gioco? Dell'unica struttura con liquidità a piacere e nessun impaccio legale (o remora morale): la criminalità organizzata, che col prestito a usura o con la sostituzione diretta prenderà il posto dell'ecomomia pulita più facilmente che mai. Sperate che il sistema abbia da sé gli anticorpi per impedirlo? Non ne ha invece; il sistema, così com'è dopo decenni di neoliberismo, è solo un contenitore di affari: se chi fa affari sta a posto con la legge, bene, altrimenti bene lo stesso. Sarà un problema, semmai, della magistratura, di polizia e carabinieri (ma solo dopo, coi tempi lunghi delle indagini e lunghissimi della giustizia, eterni per le sentenze definitive), quello di ripristinare la legalità: intanto la società sarà già stata munta, le persone tosate, i diritti spogliati, i territori desertificati.
E' soltanto un aspetto della tempesta, questo, in corso in Italia. Lo citiamo tra gli altri per immediatezza di comprensione; e anche perché forse il governo in carica (pur lodevole se sta riuscendo a gestire l'emergenza Covid-19 senza aver creato il panico puro né lo stato marziale... pensate se avessimo ancora la Lega nella stanza dei bottoni nazionale!) ebbene non ci sembra aver imbroccato la via giusta, l'unica all'altezza, di un progetto politico ed economico generale, di ripensamento profondo. Non sarà togliendo, come pare, vincoli cautelativi all'attività produttiva e commerciale, per esempio, che ridaremo fiato al Paese; e non sarà neppure ottenendo e spendendo a pioggia tutti i miliardi di euro possibili e immaginabili, dovunque siano stampati. Anzi, se tutta qui è la capacità progettuale della nostra élite dirigente, sarà la classica grande occasione persa del tutto!
No. Questo è il tempo del coraggio, e del realismo insieme.
Il coraggio di fare rete, in Italia, in Europa, nel Mondo, tra tutti i soggetti grandi o piccoli, strutturati o meno, di tradizione o inediti, fino ai singoli atomi di buona volontà e retto pensiero che sono le persone per bene, che per campare devono lavorare onestamente; fare rete anzitutto a partire da ciò che già esiste e che non è poco: le forze politiche di ispirazione socialista e socialdemocratica (vera) e le organizzazioni sindacali e laburiste (alla Corbyn) della stessa impronta, le forze ambientaliste vecchie e nuove (con Greta Thunberg), chi ha eletto i neosindaci verdi francesi, il bel Portogallo rosso di governo, le cordate civili del femminismo, della solidarietà concreta, di chi salva vite nel mare della disperazione o della speranza, la cooperazione no-profit, gli antifascisti e gli antirazzisti militanti, i circoli comunisti (anti-stalinisti) e quelli anarchici (non-violenti), lo strato spesso e denso di intellettualità impegnata, a Bruxelles e Strasburgo il punto di riferimento che è il GUE e al suo interno la Sinistra Europea (non tanto come numeri, purtroppo, bensì come preparazione tecnica e paradigma etico), negli Stati Uniti la sinistra del Partito Democratico, che fa capo a Sanders e ha in Ocasio-Cortez l’astro nascente, e anche lì tanta società civile, tanta inteligencija per la democrazia sostanziale, l’equità socioeconomica, il femminismo (più famoso: il MeToo) e la salvezza dell’ambiente, soprattutto adesso l'antirazzismo di Black Lives Matter, e in America Latina i movimenti (Chiapas, Mujica e non solo), quelli ancora in piedi della Primavera Araba, quelli delle minoranze schiacciate in Russia e in Cina, le esperienze di auto-emancipazione, di lotta al militarismo e alla corruzione in tutta l’Africa sub-sahariana, in India, nel Sud-Est asiatico, gli indomabili Palestinesi e le organizzazioni che in tutto il Mondo li sostengono contro l’occupazione e la ghettizzazione cui sono condannati da mezzo secolo, indomabili come i Curdi (e le Curde) senza pace da ancor prima, più il fatto che il capo di oltre un miliardo di cattolici è pur sempre Papa Francesco, più il credito morale e la forza mediatica di cui gode il Dalai Lama.
Tornando ancora nel nostro cortile, non diciamo certo di aver così scoperto l'acqua calda!
A fare rete in Italia con obiettivi progressisti, socialdemocratici, ambientalisti, di rispetto della legalità, di rifiuto dei razzismi, dei sessismi e dei fascismi, farlo in modo aperto ma serio, inclusivo ma responsabilizzante, tra organizzazioni politiche, sindacali e tra persone che non ne facciano necessariamente parte, ci si sta provando da un po'. E tutti e tutte noi di PALADE abbiamo "in curriculum" uno o più tentativi di sostegno ai progetti di volta in volta sbocciati: dal Popolo Viola a La Via Maestra, da L'Altra Europa a Coalizione Sociale, dalle CittàInComune al Brancaccio, da NonUnaDiMeno alle recenti Sardine agli Stati Popolari recentissimi... Progetti nel reale e anche nel virtuale, che ormai gode di un suo status di realtà. E allora?
E allora il Gruppo PALADE vuole solo essere non un ennesimo marchio, che si sostituisca ai precedenti (finiti o in corso, falliti o no), bensì uno spazio di discussione e di azione (necessariamente circoscritto, poiché così sono le nostre risorse individuali e di collettivo) al servizio del più efficace tra quelli già in campo o che dovessero nascere a breve.
Una sezione, si sarebbe detto un tempo; un "nodo locale", forse oggi si denota meglio.
Noi, di nostro, ci mettiamo la chiarezza di sentimenti e di intenti, e il realismo menzionato già prima.
Quel realismo, frutto di anni vissuti, che ci fa dire in scienza e coscienza che la tempesta perfetta in cui siamo è davvero terribile, che un mondo salvo da essa è (ancora) possibile, e che per arrivare a quello partendo da questa ci vorranno (oltre a parecchia fortuna) grandi capacità di ascolto e mediazione, acume e istinto, grande generosità nell'assunzione di responsabilità complesse e grande, quasi altrettanto, nella concessione di fiducia verso chi se le assume.
Il Gruppo PALADE c'è.
E apre le braccia (come nel nostro logo colorato) a chi si è riconosciuto in queste due paginette.