LA SINDROME
26.VII.22
L'obiettivo delle destre elettorali, cioè Meloni più Salvini più Berlusconi più altri cespugli, è abbastanza chiaro: vincere con un'ampia maggioranza che permetta poi non solo di governare l'ordinario e lo straordinario (PNRR eccetera), ma addirittura di smantellare o almeno depotenziare la Costituzione antifascista e socialdemocratica con quorum tali che non serva neppure affrontare i referendum popolari di garanzia.
Al conseguimento di tale obiettivo democída co-provvederà, non troppo sorprendentemente, l'impresentabilità della coalizione avversaria, cioè Letta più Speranza più Di Maio più Fratoianni più Bonelli più Bonino più Calenda più Brunetta più Gelmini più Carfagna più Renzi più Toti più Mastella più Zingaretti (più Conte?), per far franare la quale in campagna elettorale basterà ogni volta una semplice domanda, da parte dell'intervistarore di turno: "Ma voi, andando semmai al governo, su quale misura concreta sarete tutti d'accordo?" Il silenzio beffardo sarà coperto solo dal rumore di unghie che scivolano su vetro.
Sarà una débacle, perché l'italiano medio è ignorante, gretto, immemore e maligno, ma sul semplice 2+2 non è scemo.
È vero che anche le destre mostrano e mostreranno in programma alcune contraddizioni interne, ma nessun italiano medio che voti a destra ha mai letto una sola riga di alcun programma. Siamo soltanto noi a leggere i loro e i nostri. Chi vota a destra vota secondo circuiti mentali per noi insondabili: o per puro interesse economico personale (perché è concretamente parte di una cordata, fosse pure l'ultimo nodino) anche se esso condanna a morte il pianeta (la loro scala spaziotemporale è incredibilmente ridotta), o per simpatia/antipatia, gregarismo/anticonformismo, vittimismo/machismo, e tutte le altre antinomie psicologiche che potete pensare.
Noi avremmo invece ben altro materiale umano da attrarre, mediante accurato lavoro su leadership, proposte, programmi, azioni... Eppure nevroticamente da un trentennio rincorriamo i loro metodi; e psicoticamente, dopo, ci chiediamo ogni volta: "Possibile che abbiamo perso ancora?"
A noi la sindrome di Stoccolma ci fa un baffo. Anzi (perdonate l'ineleganza), siamo ormai ridotti al ruolo di quello/a che paga uno/a perché si scopi la moglie/il marito, e che godicchia nell'assistere alla scena.
Spero così dicendo di non aver io provocato, neppure in termini apotropaici, l'avvio al tracollo politico della "gioiosa macchina da guerra edizione 2022".
Paolo Andreozzi