DICHIARAZIONE DI VOTO
7.IX.22 Paolo Andreozzi
Confesso: avrei una blanda tentazione di sprecare (per l'ennesima volta) il mio voto dandolo a chi non supererà la soglia minima della rappresentanza parlamentare, cioè alla "maggiore" lista configurata (per l'ennesima volta) "fuori dal" e "a sinistra del" centrosinistra: Unione Popolare.
Consoliderebbe questa mia tentazione, piuttosto narcisista da un canto e pietistica dall'altro che non politica, una dichiarazione giurata da parte degli esponenti "più in vista" delle sue componenti (Dem-A, Rifondazione Comunista, Potere al Popolo) che un minuto dopo il voto, con qualunque esito, essi si ritireranno a vita privata con cura che ci si dimentichi perfino che ne hanno avuta una pubblica. Ma so che chiedo troppo: essi si limitano a non mostrarsi in pubblico in questa campagna elettorale, fatto davvero singolare rispetto alla norma, e addirittura mettono in campo la faccia e il nome del leader omologo francese Mélenchon (un "tutor remoto" cioè) pur di non accapigliarsi tra loro su chi debba andare in TV; ma che spontaneamente mollino la presa in favore di compagni nuovi e preparati è impensabile: poi potrebbero solo fare i normali pensionati d'oro, e non è cosa.
Perciò credo che la tentazione la reprimerò, sanamente. Ed entrerò nella cabina elettorale con una qualche idea situazionista (ininfluente peggio di qualunque voto) da mettere in pratica; una roba tipo questa.
Però, no; aggiungo un'altra condizione, affinché possa decidermi di votare per Unione Popolare: che una buona metà di quelli che so (o immagino) che lo faranno, invece diano a qualcun altro o a nessuno il proprio voto. Questo perché conoscendoli e conoscendo le loro oscene opinioni riguardo a temi per me dirimenti (la dittatura guerrafondaia del Cremlino, in primis), proprio non vorrei che loro ed io avessimo fatto la medesima scelta sulla scheda elettorale.
Ma questa condizione, lo so bene, è ancor meno esigibile dell'altra. Per cui, sì: bolle di sapone.