18/2/2022 0 Comments SINISTRA, SOLO LA DOMANDALa sinistra, in ogni Paese e tempo, e l'Italia di oggi non fa eccezione, è l'insieme degli ideali etici di giustizia, libertà e fratellanza, più le proposte politiche per la pace, l'ambiente, il lavoro, l'accoglienza, la democrazia e l'eguaglianza, più un'altra cosa che dico dopo; e nell'Italia di oggi non ci mancano né ideali né proposte (ne ho perfino io che non sono nessuno), perciò qui e ora la sinistra, almeno per due terzi, sembrerebbe esserci. È il terzo ingrediente che è del tutto assente, purtroppo. La destra, simmetricamente, in ogni Paese e tempo e anche qui e ora, è l'insieme dei preconcetti alla mors tua vita mea e homo homini lupus, più le pratiche antropologiche dell'egoismo sociale, dello sfruttamento economico, del confinamento giuridico e civile e dell'arretratezza culturale, più quelle persone in vista (ossia personaggi) che danno gambe e mani a tali pratiche, e volti e voci a quei preconcetti, così che la maggioranza del pubblico oscilli tra l'adesione convinta e l'indifferenza pura, e poco disturbo arrivi all'implementazione della destra da chi non è d'accordo. E tutto questo esiste, eccome, nell'Italia a memoria d'uomo (giovane). Ecco dunque, per semplice confronto, svelato il terzo componente che manca da noi nel presente (anzi, da un po') per dire che in Italia esista anche una sinistra: non ci sono persone in vista (sufficientemente in vista o sufficientenente a lungo) che diano gambe e mani alle pur valide proposte politiche per la pace, l'ambiente, il lavoro, l'accoglienza, la democrazia e l'eguaglianza, né volti e voci ai più nobili ideali etici di giustizia, libertà e fratellanza; e dunque non si raggiunge il necessario presupposto (non lo si sfiora neppure) dell'adesione profonda e conseguente della maggioranza degli italiani agli uni e alle altre. Non è leaderismo, questa impostazione (benché da alcune tra le persone anche più degne, tale accusa parta spesso al suo indirizzo), bensì l'onesta constatazione di fatto che se la maggioranza della gente fosse naturalmente dotata di ideali siffatti e della capacità di renderli scelte politiche e azione sociale, qui non staremmo neppure a parlare di come cambiare lo stato di cose presente. No, purtroppo: vero è, invece, che occorre un ingrediente umano potentemente emulativo per strappare all'avversario almeno la quota di indifferenti su cui lucra di regola per i propri interessi di classe. Quindi, per definizione tecnica, in Italia la sinistra politica non esiste, e da un bel po'; esiste soltanto la destra che manovra a proprio comodo, col solo contraltare di un'opinione minoritaria, diffusa ma disgregata, di uomini e donne di buona volontà, retto pensiero e coraggio civile nel dar seguito concreto a pensiero e volontà nelle esistenze quotidiane, tanto private quanto sociali, i quali tutti, obtorto collo, accettano di vivere in un Paese così amputato, dal punto di vista della dialettica democratica, e sperano sempre meno che ricompaia (latitante da un paio di generazioni) un numero minimo sufficiente di personaggi idonei a incarnare quell'ingrediente mancante. Ne abbiamo visti tanti, venire sul proscenio a provarci; alcuni in buona fede, ma soltanto quella, altri per pura ambizione, tradita presto o tardi, altri ancora con tutte le carte in regola e proprio per questo tritati prima possibile dal sistema (spesso grazie a un raffinatissimo fuoco "amico"), che come detto è solidamente in mano all'avversario, senza così aver potuto animare quella massa critica di persone comuni, forti di ideali e non più sperdute nella disorganizzazione, senza la quale massa una sinistra può pensare di cambiare veramente lo stato di cose presente solo per via insurrezionale armata e poi dispotica violenta. Ma non è cosa. Cosa ci riserva il futuro? (E non è, vedete, il proverbiale "che fare?"; ciò perché al punto in cui siamo, piuttosto che fare in prima persona mi accontenterei anche di vedere, intanto, qualcosa. E anzi, pare brutto dirlo, ma mi sembra che un ulteriore ostacolo alla gemmazione di quei volti, quelle voci, quei corpi, quegli animi di trascinatori, di seduttori del giusto, di motivatori del bene, sia, a parte la sfiducia d'area e il conformismo a contorno, la stessa persistenza sulla scena di uomini e donne del passato, recente o meno, che hanno impresso visibilissimo il marchio di tutte le sconfitte; me compreso, dunque, per il nulla o poco più che ho provato ad agitarmi.) Cosa, ripeto, succederà adesso? Potrà anche nell'Italia, del presente no ma del prossimo futuro, una sinistra compiutamente intesa e all'opera, dire la propria (e magari giungere a fare qualcosa) sui temi epocali della geopolitica sempre più conflittuale, della sperequazione feroce ai danni delle classi subalterne, del deterioramento climatico e ambientale che non dà tregua, della tragedia infinita degli ultimi del Mondo che migrano per la pura sopravvivenza, del tramonto visibile delle architetture pur criticamente democratiche a favore dei populismi autoritari, dei nuovi diritti civili, politici, umani addirittura, e perché no animali, sacrosanto portato dei tempi nuovi? Paolo Andreozzi
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